domenica 21 settembre 2008

riflessioni sotto pressione

Ed eccoci alle prese con una nuova quadratura.
Negli ultimi tempi, quelli in cui non ho scritto in questo blog, alcune cose sono cambiate, altre sono semplicemente rimaste immobili, iperstatiche, così ferme da far paura.
Ma io oggi ho paura di ben altro. ho paura di come sarò valutata, di quanto riuscirò a dare e di quello che mi aspetta. Il mio futuro mi spaventa. Quando avevo 15 anni nella mia stanzetta ascoltavo i clash, i verve, gli oasis, i blur ed non vedevo l'ora che il futuro arrivasse per poter evadere, diventare una rockstar e duettare con Liam Gallagher. Oggi quel futuro è qui, non sono una rockstar e non ho (e dubito che accadrà mai) duettato con Liam Gallagher.
Se il resoconto si fa a 25 anni bene, non ho concluso un cazzo, o almeno nulla di quello che avrei voluto fare davvero: non sono diventata una rockstar, mi sono fatta un fottìo di nemici perchè sono sempre stata coerente e sincera, non ho un sacco di soldi e manco la cameriera a casa, però mi sono laureata e vivo a Roma, ho una famiglia che stravede per me e io per loro e ho anche la salute (ma non cantiamo vittoria che non si sa mai sotto sti chiari di luna).
Domani è uno dei tanti, importanti, giorni...io, e lo dico pubblicamente, sono una repressa e depressa, con attacchi d'ansia e di panico, se ho da fare qualcosa la notte non dormo, cerco sempre di predispormi mentalmente a ciò che farò nella settimana per poter sedare le mie ansie, non so se è un problema, non so se capita anche a voi, ma per ora riesco a controllare la mie nevrosi. Spero di riuscirci ancora per un po', insomma fino a quando avrò i soldi per pagare uno specialista.
A volte mi sento soffocare. Volevo scappare dal mio paese, ma mi manca, perchè lì probabilmente ho un'identità. Quest'estate mi hanno detto che grazie a me ora anche il mio cognome non è + un cognome banale. Avrei preferito rimanesse anonimo, o forse no, o forse bo.
Vorrei davvero sapere cosa la gente pensa di me. ONESTAMENTE. Non leccate di sedere, non ipocrisia, onestamente. Facebook sostiene che il mio peccato mortale è la superbia. Forse non sbaglia. Mia madre lo diceva sempre quando ero adolescente che ero superbiosa.
I miei sono saliti pochi giorni fa. Ma mi mancano. Terribilmente. Credo che ogni istante che ci separi sia un istante perso, che non tornerà e mi sento sopraffatta da quest'ansia quando un giorno, mi auguro il + remoto possibile, questi istanti non potranno davvero tornare più io so che il mio cuore diventerà nero come il piombo. Io non riesco nemmeno lontanamente a immaginare la mia vita senza i miei affetti. L'altro giorno mentre tornavo da lavoro e mi apprestavo a prendere l'ascensore ho preso coscienza che la mia è una fede disperata, una fede che se non ci fosse, sarei già morta dentro. Devo sgombrare la testa.

1 commento:

Pietro_d ha detto...

bel pezzo, a tratti mi ci ritrovo. francamente appare un pezzo di te un bel po' diverso da quello che sembri...